Il senso del titolo è che le probabilità che ha Donald Trump di farsi rieleggere sono le stesse di ottenere un sei tirando un dado. Anzi, in realtà qualcuna di meno. Parola di Nate Silver, che su FiveThirtyEight.com assegna a Joe Biden oltre l’87% delle probabilità di diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti.

A mano a mano che ci si avvicina al 3 novembre, insomma, appare sempre più difficile una rimonta di Trump. Il quale quattro anni fa, a dieci giorni dal voto, era accreditato di un 24,8% di probabilità di vittoria. Nel 2016 il candidato repubblicano fu dunque in grado di ottenere una vittoria difficile ma non impossibile. Questa volta la sfida è ancora più difficile, ma resta comunque non impossibile. Perché tirando un dato é possibile ottenere un sei.

Anche il modello di Jack Kersting, studente dell’Università dell’Alabama, si assesta su percentuali simili, fissando al 12% le probabilità di una rielezione del presidente uscente.

Più pessimista rispetto alle probabilità di Trump di essere riconfermato alla Casa Bianca è invece il modello generato dall’Economist, secondo i quali la possibilità di una rielezione sono circa una su 20:

Tutto questo in un contesto in cui le urne sono già aperte. E più di 59 milioni di americani ha già espresso il proprio voto. A dirlo è Michael McDonald, professore all’Università della Florida, che ha raccolto in un sito tutti i dati relativi all’early voting. Si tratta di una cifra pari al 43,1% di quanti votarono nel 2016.

Detto altrimenti, due americani su cinque hanno già votato. Come questo inciderà sull’esito del voto e soprattutto sulla tempestività con cui si conoscerà il nome del vincitore è tutto da capire. Ad esempio in Florida, dove secondo FiveThirtyEight.com Biden ha un vantaggio di 2,3 punti percentuali. Qui hanno già votato oltre 6 milioni di persone, ovvero il 63,9% di quanti votarono quattro anni fa.

Ora, tra questi early voters 3,8 milioni di persone anno votato via posta. In più ce ne sono altri 2,2 milioni che hanno richiesto i moduli per votare via posta ma ancora non li hanno rispediti. Detto che è possibile che le schede arrivino anche oltre il 3 novembre il rischio è che il nome del vincitore delle elezioni possa rimanere in bilico per qualche giorno. Certo, a meno che non si realizzi la previsione di Nate Silver, secondo il quale Biden potrebbe fare a meno dei 29 grandi elettori della Florida e vincere comunque le elezioni.

Dovesse invece volerci qualche giorno in più per sapere chi ha vinto, Silver ha creato un tool che permette a tutti di simulare i vari possibili esiti delle presidenziali americane. Un ‘giochino’ per ingannare l’attesa dei numeri veri.

Metodologia
FiveThirtyEight utilizza i dati di sondaggi nazionali e locali, unendoli ad alcuni indicatori di natura economica, ed effettua 40mila simulazioni del risultato elettorale.
L’Economist affianca ai sondaggi quelli che le scienze politiche definiscono fattori strutturali, come ad esempio il maggior interesse verso le elezioni a mano a mano che ci si avvicina al voto.
Il JHK Forecast ai sondaggi e agli indicatori economici unisce la tendenza storica di un singolo Stato a votare democratico o repubblicano. I risultati sono simulati 20mila volte.

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