Eccolo qui l’impatto della prima ondata sull’Europa. Su questa mappa Infodata ha visualizzato l’aumento di mortalità nel periodo compreso tra la settimana 10 e la settimana 19 di quest’anno. Ovvero tra il 2 marzo ed il 10 maggio, un periodo che coincide con il lockdown in Italia. La variazione è stata calcolata come percentuale, in aumento o in diminuzione, rispetto alla media dello stesso periodo degli anni compresi tra il 2016 ed il 2019.

I territori colorati di arancione sono quelli nei quali i dati forniti da Eurostat segnalano un incremento della mortalità. Quelli in azzurro, invece, hanno visto una contrazione. Più il colore é scuro, maggiori sono l’aumento e la riduzione.

Ma perché misurare l’aumento della mortalità? La ragione sta nel fatto che il numero dei positivi al Sars-CoV-2 dipende, oltre che dalla diffusione del virus, anche dalla capacità dei sistemi sanitari di eseguire i tamponi. E questa capacità varia, basti pensare a quanti tamponi venivano eseguiti in primavera e quanti invece in queste settimane. La variazione nel numero decessi, invece, non dipende da altre grandezze. E quindi permette di stimare l’impatto della pandemia. Beninteso, di stimare, non certo di misurare.  Non tutto l’incremento nei decessi è imputabile alla Covid-19.

La stima ci mostra però un forte incremento della mortalità in due delle zone più colpite dalla pandemia, ovvero il nord Italia e la zona centrale della Spagna. In particolare, nel periodo considerato la provincia di Bergamo ha visto un incremento del 329% nel numero dei decessi rispetto alla media dei quattro anni precedenti. Mentre in Segovia, regione a nord di Madrid, l’aumento è stato del 225%.

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