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Negli ultimi vent'anni le emissioni di gas serra sono aumentate a dismisura. La CO2 è responsabile di più dei due terzi1/16 -
Le attività umane sono determinanti nella produzione di emissioni serra: i combustibili fossili sono la fonte principale. Ma rilevanti sono anche la deforestazione, i rifiuti, i processo industriali, l'agricoltura e i trasporti1/16 -
La CO2 rappresenta i due terzi delle emissioni di gas serra: l'Europa e gli Stati Uni rimangono due grandi produttori mondiali di CO2, ma sono stati di gran lunga superati dall'Asia1/16 -
I livelli di anidride carbonica nell'atmosfera terrestre hanno raggiunto livelli mai toccati da 400mila anni a questa parte, un periodo che copre gli ultimi tre cicli glaciali1/16 -
La CO2 ha superato nel 2013 il livello di 400 parti per milione (ppm), il record nella storia dell'umanità. L'anno scorso questo superamento è diventato strutturale: nel 2015 la media annua è stata superiore alle 400 ppm1/16 -
L'anidride carbonica ha contribuito in misura molto superiore a qualsiasi altro gas al riscaldamento terrestre1/16 -
Il 2015 è stato l'anno più caldo per la Terra da quando sono iniziate le misurazione nel 1880. Ma già sappiamo che il 2016 sarà ancora più caldo: i primi nove mesi dell'anno sono risultati i più caldi di sempre1/16 -
Non è solo la Nasa a rilevare temperature record, ma tutte le principali rilevazioni scientifiche arrivano alla stessa conclusione: i dieci anni più caldi dal 1880 si sono tutti registrati a partire dal 20001/16 -
Gli oceani sono gli elementi che hanno assorbito di più il calore: la temperatura media di superficie è cresciuta a un tasso medio di 0,13 gradi Fahrenheit per decennio dal 1901 al 2015 1/16 -
Anche per la temperature della superficie degli oceani siamo a livelli record, su quote che non si sono mai viste dal 18801/16 -
La fisica dice che l'acqua sotto forma di ghiaccio occupa meno spazio di quella allo stato liquido. In più la parte emersa dei ghiacci quando si scioglie aumenta il volume delle acque: dal 1993 l'aumento del livello dei mari è cresciuto a un ritmo di due volte superiore al trend di lungo periodo1/16 -
Lo scioglimento dei ghiacci perenni è uno dei fattori alla base dell'innalzamento dei mari: nell'estate 2012 la crosta dell'Artico ha toccato l'estensione minima dall'inizio dei rilevamenti via satellite, nel 19791/16 -
Anche i ghiacci che ricoprono l'Antartide stanno sciogliendosi: il continente ha perso circa 134 gigatonnellate di ghiaccio l'anno da 2002, secondo la Nasa. Per capirci, una gigatonnellata di acqua equivale a 400mila piscine olimpiche. Il che vuol dire 53 milioni di piscine!1/16 -
Come se non bastasse lo strato di ghiaccio dell'Artico si sta riducendo velocemente. La porzione di ghiaccio che a settembre aveva più di cinque anni è diminuito di oltre il 30% negli anni 80 arrivando a un misero 9% l'anno scorso1/16 -
La temperatura è a livelli record. Se non intervengono correzioni la situazione appare sotto controllo, superando il livello delle fasi più calde tra le glaciazioni1/16 -
Se ancora non credete al riscaldamento guardate gli effetti sui ghiacciai: la ritirata del ghiacciaio Muir in Alaska è un esempio stereotipato. Oggi è visibile a malapena...1/16
Ha già detto di voler rinunciare all’Accordo di Parigi e di non avere alcuna intenzione di proseguire sulla strada della riduzione delle emissioni, ma anzi di voler tornare a scommettere con decisione sui combustibili fossili come uno dei volani della crescita dell’occupazione, puntando tra l’altro a riprendere il discusso progetto di oleodotto Keystone Xl che dovrebbe collegare il Canada con il Golfo del Messico. Il presidente eletto Donald Trump ha chiarito in campagna elettorale di non credere al riscaldamento globale e di voler invertire le politiche energetiche di Barack Obama fondate sulle fonti rinnovabili.
Il giorno dopo il sorprendente risultato consegnato al mondo dalle urne americane, la comunità internazionale si trova a doversi confrontare con una svolta del tutto inattesa sul fronte ambientale e della sostenibilità. Gli Stati Uniti erano stati tra i propugnatori dello storico accordo raggiunto un anno fa sulla riduzione delle emissioni globali e Washington ha già ratificato l’intesa. Ma ora c’è il rischio concreto che l’inattività Usa si possa trasformare in una zavorra che possa rendere vana l’intesa.
D’altra parte la comunità scientifica ha raggiunto un sufficiente grado di convergenza sul fatto che il fenomeno del climate change sia innegabile e che le emissioni derivanti dall’attività dell’uomo, in particolare negli ultimi cinquant’anni, siano stati determinanti nell’accelerare il processo di riscaldamento. Abbiamo provato a raccogliere una serie di indicazioni che fanno comprendere l’innegabilità del climate change. E che sottolineano l’urgenza di non far passare il tempo senza agire.