Ne abbiamo di videogiochi su criminali, gangster e associazioni malavitose? Tantissimi, non tanti quanti i romanzi ei film di genere ma comunque un numero importante. In fondo il videogioco ha solo trent’anni di vita e tutto sommato è un medium giovane. Tuttavia, il videogame più celebre è la plurimilionaria e più volte osannata serie Gta, uno dei titoli più giocati della storia. In Grand Theft Auto viene “simulata” e raccontata la carriera di un criminale. Stesso discorso su smartphone dove da un paio di anni potete trovare Mafia City, titolo sviluppato da Yotta Games. Da qualche settima, dal 25 settembre, è arrivato sul mercato Mafia Definitive Edition, il remake di un gioco uscito 18 anni fa. Questo solo per mettere le mani avanti. Due mesi fa un deputato del Partito Democratico ha scoperto un gioco di questo tipo, si è indignato promettendo di presentare una interrogazione parlamentare. Il rischio di confondere propaganda (quella vera) e intrattenimento quello proprio dell’industria cultuale è quindi altissimo. Comunque…

Il titolo sviluppato dallo studio ceco Illusion Softworks per Pc, Xbox e Ps4 è in realtà un grande classico del genere, paragonabile a “Quei bravi ragazzi” o “The Irishman”. Lo abbiamo provato e giocato. Per la cronaca, non ci siamo sentiti attratti dalla cultura mafiosa ma in compenso ci siamo divertiti. Siamo negli anni Trenta nella cittadina Lost Heaven, una Gotham di altri tempi. Il protagonista è Thomas Angelo e non c’è nome migliore per un aspirante picciotto. Per un caso fortuito entrano nel suo taxi due ganster della famiglia Salieri inseguiti da un clan rivale, lui salva tutti e loro in cambio gli danno un lavoro nuovo. La carriera mafiosa di Thomas Angelo inizia così, nel più improbabile dei modi.

Il gioco è stato riscritto, è più veloce e più moderno, sono state aggiunge delle sequenze nuove, c’è meno ironia dell’originale ma più tragedia. Nel complesso resta fedele all’originale, anche nella trama. Anzi, rappresenta una summa della trilogia lato meccaniche di gioco. Il gameplay si ispira al terzo capitolo, si potrà quindi combattere in modo diciamo più attuale. Ricordiamoci che il titolo è del 2002 e si sente.

Lost Heaven è ancora più affascinante. Il consiglio è quello di girarla in auto, fermarsi e scoprire atmosfere e personaggi che abbiamo incontrato solo al cinema o in televisione.

Qualche glitch di troppo e una struttura datata. Ma è il bello dei remake.