La pandemia di quest’anno ha interrotto bruscamente la crescita che il trasporto aereo europeo aveva avuto nel 2019, quando quasi tutte le nazioni censite – uniche eccezioni Islanda e Svezia – registrarono un aumento significativo nel numero di passeggeri trasportati. In Italia gli ultimi dati disponibili mostravano un aumento del 5,8% sugli stessi mesi del 2018.

E adesso? Come si studia la mobilità.  Per capire come stanno andando le cose in Italia ora che l’epidemia sta tornando a diffondersi in maniera rapidissima numeri specifici ancora non ce ne sono, e al momento il massimo che possiamo fare è considerazioni più generali sulla mobilità e sui trasporti a partire da altre fonti. Il rapporto sui trend di mobilità reso disponibile da Apple, per esempio, mostra che le richieste di navigazione ai dispositivi Apple sono in calo grosso modo da fine agosto, sia per quanto riguarda i movimenti in auto, che a piedi, che sugli altri mezzi di trasporto. Parte di questo cambiamento comunque è del tutto normale, e dipende dalla fine dell’estate ossia di un periodo in cui generalmente si va più in giro. Non è ovvio, in base a queste informazioni, capire se al di là delle recenti misure restrittive le persone hanno già modificato in maniera significativa il proprio comportamento.

 

Altra fonte importante per studiare la mobilità degli italiani sono i dati che arrivano da Google e dai suoi dispositivi, che consentono di capire come va l’attività delle persone in diversi luoghi come negozi, attività lavorative, trasporto pubblico e così via. Anche in questo caso troviamo un calo della mobilità in parte atteso e dovuto sicuramente alla fine dell’estate, e in particolare verso ristoranti, bar, centri commerciali, biblioteche e cinema, mentre appare stabile il trasporto pubblico e al contrario crescono i luoghi di lavoro – pur restando ancora ben sotto il livello base, effetto forse del più diffuso lavoro a casa.

Se, come anticipato, per gli aeroporti italiani non disponiamo ancora dei dati di agosto, questi numeri esistono invece per altri scali. Possiamo allora usarli per capire in che misura il trasporto aereo è calato questo agosto rispetto al 2019, in un periodo in cui la diffusione del contagio era ai suoi minimi in Europa prima di tornare bruscamente a salire come suggerito ormai già diversi mesi da diversi studi epidemiologici.

In diversi aeroporti tedeschi, per esempio, da agosto 2019 ad agosto 2020 la riduzione nel numero di passeggeri ha superato il 90%, e per citare un caso il grande aeroporto di Frankfurt ha ospitato il 95% di persone in meno. A parte un unico caso, fra tutti gli scali di questo tipo censiti da Eurostat, la riduzione ha superato appunto il 90% con picchi anche del 99% come l’aeroporto di Dortmund.

Durante questo mese secondo i dati del Government Stringency Index, un progetto dell’università di Oxford che cerca di stimare quanto sono severi i provvedimenti di chiusura nei diversi stati, la Germania ha adottato misure solo leggermente più dure nel complesso delle italiane. Per esempio, mostra il progetto, in agosto la Germania aveva misure più severe per quanto riguarda i luoghi di lavoro, nonché un minor numero di persone consentite negli incontri pubblici rispetto all’Italia.

Nell’ipotesi che tali provvedimenti abbiano effetto sulla mobilità aerea delle persone in tale paese come in Italia, c’è da aspettarsi che anche da noi la riduzione del traffico aereo abbia avuto una dimensione paragonabile a quella tedesca, anche nel periodo estivo tradizionalmente di punta. Si tratta comunque di ipotesi che dovranno essere messe al vaglio dei dati effettivi, una volta che questi saranno disponibili.

Qui trovate la prima puntata.

Ecco cosa è successo al trasporto aereo durante la prima ondata. Prima puntata

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