Difficile stabilire quanto (e se) la pandemia abbia influito: sta di fatto che al 30 settembre scorso sono arrivate a quota 3.422 le startup innovative avviate in forma completamente digitale e gratuita (con il supporto delle Camere di Commercio (CCIAA) o in totale autonomia) e il risultato trova enfasi in modo particolare nel consuntivo del terzo trimestre. Alla sezione speciale del Registro delle imprese si sono infatti iscritte attraverso la modalità di costituzione online ben 292 società, il numero più alto registrato in questo periodo dal 2016 a oggi. Un numero record, come confermano i portavoce di Infocamere (che contribuisce alla stesura del rapporto al fianco del Ministero dello Sviluppo Economico e di Unioncamere ), decisamente superiore a quello del trimestre segnato dal lockdown (l’incremento è di 255 imprese) e che riflette il contesto di lieve ripresa del sistema industriale italiano in seguito al varo della Fase 2 dell’emergenza da Covid-19.

Sempre più startup si affidano dunque al servizio reso disponibile nell’estate di quattro anni fa per sfruttarne i vantaggi di carattere economico (l’esenzione dall’atto notarile permette un risparmio medio sui costi d’avvio stimabile in circa 2mila euro) e, come attesta il rapporto, l’adozione di questa procedura ha interessato il 38% delle nuove imprese innovative costituite in Italia nell’ultimo anno (la percentuale sale al 42% se consideriamo solo il terzo trimestre). Non trascurabile, inoltre, il fatto che circa il 96% delle realtà nate online risulti in stato attivo. La variabilità territoriale, si legge ancora nella nota che accompagna lo studio, è molto elevata e sebbene la modalità digitale sia diffusa sull’intero territorio nazionale, e precisamente in 104 province, tre sole regioni (Lombardia, Lazio e Veneto) ospitano insieme quasi il 50% delle startup costituite online, con Milano che sopravanza Roma (581 imprese contro 334) e si conferma il principale polo dell’ecosistema dell’innovazione della Penisola con il 17% del totale di aziende create a livello nazionale senza atto in presenza.

La distribuzione geografica delle startup costituite digitalmente presenta in linea generale significativi scostamenti e paradigmatici sono in proposito i casi di Basilicata, Sardegna e Calabria, Regioni dove più del 50% degli atti di costituzione si è completato online. Nella parte bassa della graduatoria, per contro, figurano Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Abruzzo, Marche e Umbria.Un ultimo dato interessante riguarda infine la durata delle pratiche, altro indicatore per cui si riscontrano variazioni significative a livello territoriale. Il tempo medio d’attesa tra la costituzione e l’iscrizione della nuova azienda nella sezione speciale del registro delle imprese è di 38 giorni ma nel corso del 2020 tale tempistica si è ridotta a 28 giorni. E in tempo di Covid 19 è sicuramente una buona notizia.