Quando Microsoft disse che nei prossimi anni la piattaforma Xbox sarebbe stata costruita per sfidare Amazon, Google e altre aziende ben più grandi di Sony e la sua PlayStation, furono in molti a non capire, specialmente tra gli appassionati di videogiochi. A distanza di pochissimi mesi, ad ogni lancio di una nuova piattaforma dedicata al gaming su cloud, quindi in streaming esattamente come da oramai anni usufruiamo di film e musica, le parole del capo della divisione Xbox Phil Spencer si sono progressivamente fatte più chiare.
In questo breve lasso di tempo Google ha lanciato Stadia in tutto il mondo, Amazon ha svelato la piattaforma Luna e Nvidia ha messo in piedi il servizio GeForce Now. A seguire c’è il servizio Ps Now di Sony, che però rimane in un angolo proprio per non danneggiare la classica filiera della quale PlayStation è oramai regina incontrastata. Tanti nuovi player, ai quali proprio in questi giorni si è aggiunto Facebook, ognuno con un suo modello di business, hanno portato a una caotica frammentazione del mercato, rendendo davvero difficile per chi non segue da vicino il settore capirci qualcosa. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza?
Questo è il sistema di gioco in streaming che Microsoft sta allestendo già da qualche tempo, in modo da portare l’ecosistema Xbox ben oltre le classiche console da gioco. Al momento è possibile accedere ad xCloud attraverso piattaforme Android come tablet e smartphone, dove è consentito dopo aver sottoscritto l’abbonamento da 12,99 euro al mese giocare molte, ma non tutte, le esclusive Xbox, più diversi giochi sviluppati da terze parti. Presto il servizio verrà esteso anche su Pc e molto probabilmente finirà per trovare uno suo spazio anche tra le App delle Smart Tv. Funziona, ma tecnicamente deve ancora crescere, inoltre al momento la qualità grafica è quella del vecchio Xbox One S (ma sarà aggiornata strada facendo), con tutti i limiti che questo comporta. Nonostante sia ancora acerbo, il fatto che xCloud sia legato all’ecosistema Xbox lo rende sicuramente il più interessante sul lungo periodo, soprattutto alla luce del fatto che ogni esclusiva Microsoft verrà messa a disposizione sul sistema contemporaneamente al suo debutto nei negozi.
Prima del suo esordio ufficiale, Stadia poteva contare su alcune idee fenomenali tra cui una strettissima collaborazione con YouTube. Google parlò per esempio della possibilità di giocare in diretta sulla popolare piattaforma video permettendo al pubblico di interagire in tempo reale, per esempio partecipando alla partita in corso con un semplice click, e molto altro ancora. Queste, e molte altre delle funzioni più innovative annunciate, sono al momento missing in action. Anche per questo, il sistema al momento non è dei più popolari, nemmeno negli Stati Uniti. Stadia ha chiaramente un problema di pubblico, ma in quanto a qualità dello streaming, che raggiunge con facilità i 4k, fino ad oggi è il meglio in commercio. Inoltre, attraverso il Chromecast Ultra, è già possibile giocare su praticamente ogni televisore moderno, oltre che su smarthphone Android (non in mobilità), tablet con sistema operativo Chrome e naturalmente personal computer di ogni genere. Stadia può essere sfruttato gratis, acquistando i giochi singolarmente, o in versione Stadia Pro, che con 9,99 euro al mese consente lo streaming oltre i 1080p e l’accesso a una libreria di giochi selezionati senza spendere ulteriori cifre. Il problema principale è che rimane una libreria di titoli limitata e l’assenza di esclusive di peso.
Il primo passo nel mondo del gioco in streaming di Nvidia è stato piuttosto timido, e condizionato da grossolani errori di licenza che hanno fatto fuggire a gambe levate alcuni publisher piuttosto importanti come Activision. Il servizio messo in piedi dal colosso delle schede video è infatti molto particolare e non tutti sembrano trovarlo così interessante economicamente parlando. GeForce Now infatti non è un vero e proprio ecosistema come quelli descritti in precedenza, ma un servizio che ti mette a disposizione dei computer di altissimo livello per giocare in streaming e al massimo dettaglio i titoli acquistati su Steam ed Epic Store. Non tutti i giochi sono disponibili, ma il prezzo di 5,49 Euro al mese è decisamente allettante. GeForce Now funziona discretamente bene ma non bene come Stadia, però il suo modello di business è senza dubbio il più allettante per quegli appassionati che vogliono approcciarsi al mondo dei videogiochi per Pc senza doverne per forza acquistare uno.
Il servizio di Amazon al momento è ancora in una fase di beta testing limitata al solo territorio statunitense ma la qualità dello streaming, almeno stando ai primi feedback, sembra già essere piuttosto buona per quanto ancora limitata ai 1080p. Per molti aspetti, Luna non è poi così diverso da Stadia, basta sostituire il Chromecast di Google con il FireStick di Amazon e tecnicamente la compatibilità con i diversi device è la stessa. La grande differenza è la sua particolare modulazione dell’offerta. L’abbonamento a Luna, dal costo di 5,99 dollari al mese, garantisce l’accesso a un canale base dove trovare una discreta selezione di giochi di livello, ma per utilizzare tutti i titoli offerti sarà necessario abbonarsi a diversi pacchetti tematici in modo molto simile a quanto accade con Sky. In questo momento, l’unico pacchetto aggiuntivo disponibile è quello dedicato ai giochi Ubisoft, ma l’offerta è destinata naturalmente ad aumentare man mano che si avvicinerà il debutto ufficiale.
Il servizio Sony è un modo per non farsi cogliere impreparati dalla rivoluzione del gioco in streaming pur non esagerando con l’offerta messa a disposizione degli abbonati, così da non danneggiare il business console legato a PlayStation. La qualità dello streaming non è delle più alte, ma le cose dovrebbero migliorare nel momento in cui il passaggio alla piattaforma Azure di Microsoft sarà concluso. Oltre che su console Sony, PlayStation Now è disponibile anche su Pc, ed è al momento l’unico modo per giocare a molti dei titoli sviluppati dal colosso giapponese al di fuori delle sue macchine da gioco. Al contrario di xCloud, qui non vengono messi a disposizione in tempo reale tutte le esclusive PlayStation. Il prezzo è di 9,99 euro al mese, ma più l’abbonamento sottoscritto è lungo e più il prezzo si abbassa. Potenzialmente PlayStation Now è tra i servizi legati al gioco in streaming più interessante, ma fino a quando Sony non lo appoggerà in pieno è destinato a rimanere nell’ombra dei limiti imposti dall’alto.
Ed eccoci all’ultimo arrivato. Quello di Facebook è un debutto tiepido, e al momento non sembra avere l’intenzione di sfidare gli altri nello stesso campo da gioco. Il sistema al momento sembra più un modo per rinforzare il gaming via browser su cui Facebook ha puntato negli anni passati, anche se senza la giusta convinzione. La selezione di giochi è limitata a titoli di già reperibili su mobile e su web, esperienze semplici e free to play che attraverso il cloud gaming potranno beneficiare di caricamenti immediati e slegarsi dalla qualità dei Pc su cui vengono fatti girare. Come potete facilmente immaginare, Facebook Cloud Gaming è e rimarrà per molto tempo ancora completamente gratuito, ma il vicepresidente di Facebook Play, quel Jason Rubin cofondatore della Naughty Dog che oggi è tra le software house più amate tra quelle di proprietà di Sony, quindi certo non l’ultimo arrivato, promette una crescita lenta ma costante anche verso altre tipologie di videogiochi.