Nell’anno segnato dallo tsunami della pandemia ancora una volta è lo smartphone a fare la differenza e a trasformarsi persino in portafoglio virtuale. A dimostrarlo c’è la crescita di Satispay, realtà fintech caratterizzata da un’innovativa piattaforma di mobile payment e incentrata su un network alternativo alle carte di credito o debito che ora punta a espandersi all’estero. Di fatto permette agli utenti di pagare nei negozi fisici e online e scambiarsi denaro tra amici, oltre ad offrire una serie di altri servizi come ricariche telefoniche, pagamento di bollettini, pagoPA e bollo auto e moto, donazioni, buste regalo e risparmi.

«Durante il lockdown abbiamo toccato nuove soglie di iscritti e oggi siamo a 130mila negozi e circa 1,3 milioni di utenti. Nei primi sette mesi dell’anno, che includono il periodo con le maggiori restrizioni, il numero di transazioni passato attraverso Satispay è cresciuto del +51,7% contro lo stesso periodo 2019 per un controvalore complessivo di 254,3 milioni di euro, in crescita del 47,4%», racconta Alberto Dalmasso, Ceo di Satispay, una squadra di oltre cento professionisti con headquarter a Milano e uffici a Lussemburgo e Berlino.

Dall’Italia al resto d’Europa

La crescita di Satispay guarda oltre i confini nazionali. Oltre al Lussemburgo, dove la società ha ottenuto nel 2019 la licenza di istituto di moneta elettronica e ha avviato l’attività commerciale, ora l’approdo è in Germania come primo mercato driver dell’espansione. È qui che Satispay ha nominato Eric Lein come country manager per guidare la rivoluzione dei pagamenti digitali.

«Abbiamo scelto la Germania come primo grande mercato europeo per la sua crucialità e perché presenta una dinamica di pagamento molto simile a quella italiana. Anche in Germania crediamo di poter accelerare l’emergente consapevolezza rispetto ai vantaggi offerti dai pagamenti elettronici. Lì circa l’80% delle transazioni avviene in contante. Significa poter da subito replicare il nostro modello in un Paese dalle enormi potenzialità di sviluppo. Anche lì utilizzeremo lo stesso approccio adottato con successo in Italia, partendo dalle città più piccole per poi passare ai centri più grandi», precisa Dalmasso.

Verso l’economia “mobile only”

Quella di Satispay è una crescita costante nell’anno segnato da lockdown e dalla lenta ripartenza perché gli esercenti aperti, come gli alimentari o le farmacie, hanno caldeggiato l’uso della tecnologia che non richiede alcun contatto, quindi risulta essere più sicura e offre contestualmente il vantaggio dell’estrema rapidità del pagamento.

«E poi molti negozi hanno cercato comunque di mandare avanti l’attività organizzandosi con consegne a domicilio e noi abbiamo permesso loro di incassare anche a distanza. La differenza deve farla sempre il mercato: ogni giorno in tutto quello che sviluppiamo e proponiamo cerchiamo di dare ai nostri utenti una forte ragione di utilizzo», puntualizza Dalmasso.

In fondo questa storia di eccellenza del made in Italy racconta un’evoluzione costante verso un’esperienza di acquisto “mobile first”. «Ma nel futuro si entrerà sempre di più nella fase “mobile only”, anche se in dieci o quindici anni. Sembra un periodo lungo, ma in realtà non lo è poi così tanto se pensiamo a quanto radicale sia questa necessaria trasformazione delle abitudini. Il piano cashless varato dal Governo darà un’accelerazione anche in questa direzione. Il resto deve continuare a farlo il mercato», conclude Dalmasso.