La tecnica del taglia-incolla del Dna che permette di riscrivere il codice della vita è la grande protagonista del Nobel della Chimica, per la prima volta interamente al femminile. Il premio annunciato oggi a Stoccolma è infatti diviso equamente fra la biochimica francese Emmanuelle Charpentier e la chimica americana Jennifer A. Doudna per avere messo a punto le forbici genetiche che permettono di modificare il Dna e che finora hanno aperto la via a molte terapie un tempo impossibili.
Emmanuelle Charpentier (52 anni) è nata nel 1968 in Juvisy-sur-Orge, ha completato gli studi presso l’Istituto Pasteur e attualmente lavora in Germania, a Berlino, dove dirige l’Istituto Max Planck Unit per le Scienze dei patogeni.
Jennifer A. Doudna (56 anni) è nata nel 1964 a Washington e, dopo gli studi nell’Università di Harvard, si è trasferita nell’Università della California a Berkeley, dove lavora attualmente.
Il Premio è al confine tra la chimica e la biologia: il metodo studiato dalle due ricercatrici permette di intervenire sul Dna, costruito da una sequenza di 4 sostanze chimiche (4 basi azotate) che formano la scala a chiocciola in cui ogni gradino contiene uno di questi caratteri che consentono alle “macchine molecolari” all’interno delle cellule di leggere la sequenza e costruire le sostanze che servono alla costruzione dell’organismo.
Le ricercatrici hanno messo a punto una sostanza chimica, ricavata da un virus, che è in grado di riconoscere il punto esatto dove andare a tagliare il genoma e intervenire quindi chirurgicamente. Esempio tipico è l’ingegneria genetica, quando si voglia modificare il codice genetico inserendo un tratto o al contrario eliminadolo se è dannoso.