Cos’è Crusader Kings 3? L’ultimo capitolo di una serie molto particolare: qui non si combatte con le armi sguainate, non ci sono magie né difficilissime combinazioni di pulsanti da premere in successione. Il gioco Paradox, oltre otto milioni di copie vendute tra capitoli principali e dozzine di espansioni, può essere definito come una sorta di simulatore di dinastie medievali, ovvero quanto di più lontano dal classico videogioco da classifica ci si possa immaginare.
Procedere in Crusader Kings 3 equivale al destreggiarsi tra una mappa principale e centinaia di finestre dove appariranno e scompariranno, secondo necessità, resoconti finanziari e politici, messaggi d’amore di principesse straniere, suppliche di ducati in cerca di alleanze e molto altro ancora. Detta così, non lo possiamo certo negare, può sembrare la cosa più noiosa del mondo, ma il fatidico momento nel quale ci sentiremo finalmente padroni dei complessi gangli della simulazione, sarà anche quello in cui scopriremo di esserne diventati piacevolmente succubi.Per certi versi, questo titolo ricorda il popolarissimo Football Manager: poca grafica e tante schermate all’apparenza anonime, che permettono però di raggiungere e creare situazioni estremamente complesse.
Iniziando una nuova partita, la prima decisione da fare sarà se partire all’alba dell’ottocento o poco dopo l’anno mille, opzione che cambierà tra le altre cose lo stato geopolitico e religioso della mappa, progressi civici e tecnologici. Successivamente, sarà necessario scegliere quale personalità interpretare, e in questo caso le opzioni sono a dir poco strabilianti: potremo interpretare il Conte Gregorio della Campania come un De Luca ante litteram, il Sultano Muhammad II che tiene in pugno la Sicilia, tentare di riunificare l’Italia partendo dal suo giovane Re. Oppure, cambiare totalmente regione per dare una mano ai nordici di una Scozia ancora da inventare, scendere a sud per tentare la strada tribale dei popoli africani.Crusader Kings 3 non si fa problemi nel fornire agli utenti situazioni al limite, rimanendo comunque fedelissimo alla sua ambientazione.
C’è per esempio chi ha visto il suo unico erede evirarsi seguendo i consigli di un medico improvvisato, chi ha puntato tutto sulla genetica per creare una stirpe di giganti (o di regnanti afflitti da nanismo, visto che è possibile anche questo), o chi per logiche di potere ha scelto di organizzare matrimoni tra consanguinei, con tutto quello che ne deriva.
Attraverso gli strumenti forniti dal gioco, è possibile creare una società matriarcale, persino costruire una dinastia di cannibali nudisti con i quali fare guerra al cristianesimo, fino ad arrivare a mangiare il Papa in persona, cosa “realmente” accaduta e documentata sui forum ufficiali del gioco. A seconda delle nostre scelte, Crusader Kings 3 potrà trasformarsi in una telenovela in costume piena di tradimenti amorosi, o in un’epopea di guerre e conquiste. Ogni personaggio, da quello che guideremo al più insignificante consigliere di corte, possiede poi diversi tratti specifici, alcuni ereditari e altri che si andranno ad aggiungere nel corso della loro vita e in base alle esperienze fatte. Scegliere come compagna, o compagno, un personaggio dedito per esempio all’adulterio, può portare a conseguenza estreme, trasmettere malattie veneree anche letali al nostro alter-ego, oppure fornire un gancio politico a un rivale, con il quale potrà ricattarci in diversi modi. Anche noi stessi potremmo giocare le carte in questo modo, ammaliando un obiettivo per farne impazzire il partner, o per rendere più semplice l’attività dei nostri assassini. Potremo obbligare un figlio particolarmente libertino, o più semplicemente brutto o incapace di avere figli, a prendere i voti; utilizzare questa scelta inizialmente dolorosa per allacciare rapporti preferenziali con il capo religioso del nostro credo, convincendolo a darci in regalo terre conquistate attraverso crociate e jihad, a cui partecipare politicamente e attivamente, fornendo eserciti e denaro. Le possibilità, sono insomma davvero tante, quasi infinite.
Il grande insegnamento di Crusader Kings 3 è però uno soltanto: difficilmente si può cambiare il mondo, o più semplicemente un regno, nell’arco di una sola vita. E solo un personaggio fuori dal comune riuscirà davvero a lasciare il segno, ed è colui sui quali si soffermeranno i libri di storia. Ecco perché il classico game over arriverà soltanto se non avremo più eredi ai quali passare il potere. Crusader Kings 3 è davvero un prodotto eccezionale, l’esempio di quanta sostanza e varietà esiste nel mondo dei videogiochi al di fuori della cerchia dei più famosi.