Per una volta l’Italia ha fatto meglio del resto del mondo. O, almeno, meno peggio. La gelata dei consumi per l’emergenza pandemica ha prodotto a cascata i suoi effetti anche sui pagamenti digitali, crollati del 22% a livello globale nei primi sei mesi dell’anno, stando ai dati McKinsey.

In Italia le transazioni digitali hanno segnato una flessione limitata al 6,3% nella prima metà del 2020, inferiore anche al calo dei consumi, stimato pari al 10,4% e al 29,7% rispettivamente nei primi due trimestri. Ma, in attesa delle misure per il piano cashless del Governo, la volontà di evitare i contanti per ridurre al minimo i contatti e il rischio di contagio anche nel mondo fisico ha spinto gli italiani verso i pagamenti più innovativi, quelli da smartphone e quelli in modalità contactless.

Stando ai dati dell’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano, pubblicati oggi, il volume delle transazioni con carta ha raggiunto i 118,3 miliardi di euro (-6,3%) per un totale di quasi 2,3 miliardi di transazioni (-2% rispetto al primo semestre 2019). Le carte di credito hanno subito la flessione maggiore essendo legate ai settori con spesa ad alta incidenza come i viaggi. Le carte di debito si confermano lo strumento preferito per i pagamenti in negozio, con un calo contenuto al 4,2%. Le prepagate hanno invece registrato una crescita pari al 13,3% a 21,2 miliardi, spinta anche dalla fruizione del reddito di cittadinanza. In controtendenza i sistemi più innovativi.

Il pagamento da smartphone in negozio sono lievitati dell’80% rispetto a un anno prima, sfiorando quota 1,3 miliardi di euro. Non si è fermata neanche la continua crescita dei pagamenti con carta contactless: nel semestre si sono registrate 760 milioni di transazioni (+17%) per un totale di 31,4 miliardi di euro (+15%). A fine anno l’Osservatorio stima che il contactless raggiungerà una penetrazione del 37% sul totale delle transazioni con carta. In continua flessione lo scontrino medio, sceso del 4,4% a 52 euro, segno di un maggior utilizzo della carta.

Ancora difficile fare previsioni per l’intero anno: «L’incertezza legata ai prossimi mesi ci pone di fronte a due possibili scenari – sostiene Ivano Asaro, direttore dell’Osservatorio Innovative Payments -. Se il rimbalzo dei consumi nel secondo semestre sarà pari o maggiore rispetto alle prime evidenze post-lockdown, i pagamenti con carta riusciranno a far segnare un +1,7% attestandosi a 275 miliardi di euro, ma se, al contrario, con l’aggravarsi della crisi sanitaria ed economica, i consumi faticheranno a recuperare, anche i pagamenti digitali finiranno l’anno con il segno negativo: -3% a 262 miliardi». Anche in questo caso comunque le previsioni sono migliori della performance globale, per la quale si stima una caduta dell’11-13%.

Il piano cashless del Governo farà sentire i suoi effetti in maniera sostanziale solo l’anno prossimo. Ma le misure annunciate vanno nella giusta direzione per ridurre l’uso del contante, che ha visto l’Italia, superata anche dalla Grecia, scivolare al 24° posto su 27 Paesi nella Ue. Soprattutto è stato cambiato l’approccio: «Le sole sanzioni non riescono a spingere al cambiamento dei comportamenti, mentre adesso si cerca di adottare misure che abilitino sia il consumatore che il merchant a pagare con la carta», conclude Asaro. Pure lotteria e cashback dovranno essere semplici e senza troppe complicazioni, se no rischiano di essere controproducenti.